DISPLACEMENT is a collective performative action directed by the visual artist and choreographer Andreco. The performance is dedicated to the consequences of water-related climate changes. In particular, the choreography explores such processes as desertification, flooding, sea level rise and the “displacement” of entire populations caused by these processes. The work reminds us that millions of people are currently forced to migrate and leave territories that have become hostile and unlivable as a result of climate change. This is the main theme of this event, produced by WeWorld in collaboration with the Comune di Bologna as part of the project “marching with the climate” and co-funded by the Italian Agency for Development Cooperation and sustained by the civil society organizations and local authorities all over Italy.
The performance took place in Piazza Maggiore on the 9th of October and became part of the Terrà di tutti Film festival, an important event dedicated to cinema and social documentaries on the rights of the “invisible”.
More than thirty performers fill the piazza. Carrying flags and a long blue drape, through their symbolic and ritual movements they simulate extreme meteorological events such as droughts, desertification, flooding and , sea level rise. The other group of performers carrying flags with rivers and green areas of the Bologna territory on them remind us of “Climate Actions”, virtuous environmental practices, and pay homage to these landscape elements.
The operation in its entirety indicates an auspicious future characterized by the migration acceptance, adapting to climate change, mitigation of impacts, requalification of rivers, parks and wetlands, a future for a society that is sustainable and in harmony with the ecosystem of which it is part.
Together with Andreco, Laura Lorenzoni, Luana Redalie’, Elvio Assunção, Jacopo Franceschet, other twenty-five performers made the performance possible, while Demetrio Castellucci and Mai Mai Mai created the music.
Andreco, whose research combines science, artistic research and activism, explores relations between human beings and what’s around them, between urban spaces and natural landscapes. Andreco’s projects take various forms, from installation to mobilization actions, and are aimed at creating awareness around climate justice.
“I feel a strong need to talk about environmental and climate crisis and, in particular, about water related topics such as droughts, desertification, flooding, extreme events, sea level rise and “displacement” of entire populations caused by these processes.
For that reason, the performance is also a reflection on “climate migration”, on people who are forced to migrate by the climate change that makes entire geographic areas unlivable. In solidarity with all migrants.
The relation between human beings and water is at the center of this choreography. The performance goes beyond the conversation about the consequences of climate and environmental change and expresses a need for a reaction. This collective work is meant to show a desirable future, achieved through the radical change of the productive system, thanks to virtuous environmental practices and a symbiotic and mutualistic co-existence between all the species inhabiting the earth.” Andreco declared.
“As Andreco emphasized with his performance, we must bring our attention to the importance of water, to the access to the resources, which is made very difficult by the extreme events, but also by other factors such as desertification and soil erosion, which affect the most vulnerable communities. MAPA, most affected people and areas, as they have been defined by the youth environmental movements, are the communities we work with daily, which are least responsible for climate changes but are also the ones that are most impacted by the consequences and the least prepared ones in terms of resources one needs in order to adapt and mitigate the risks.” – Piziali from Weworld concludes.
Climate changes deteriorate our life and, in some countries, they make life impossible, forcing people to migrate.
We need to be brave now! Let’s ask institutions to be radical when it comes to climate emergency, to divest of fossil fuel and to move to a model of society in which ecology is at the center and there are rights for all.
Information:
www. terradituttifilmfestival.org
Photo credits: Andreco – Displacement – produced by Weworld – Photo: Lapini M. and Panzetti M., Studio Andreco. Bologna, 2020.
DISPLACEMENT è un’azione performativa collettiva diretta dall’artista visivo e coreografo Andreco sulle conseguenze dei cambiamenti climatici legate all’acqua. In particolare la coreografia parla dei processi di desertificazione, degli allagamenti, dell’innalzamento del livello del mare e del relativo riposizionamento (“Displacement”) di intere popolazioni. L’opera ricorda che milioni di persone sono costrette a migrare da territori sempre più ostili ed invivibili a causa dei cambiamenti climatici. Questo il filo conduttore dell’evento organizzato da WeWorld in collaborazione con il Comune di Bologna nell’ambito del progetto “In marcia con il clima”, co-finanziato dall’Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo e promosso da organizzazioni della società civile ed enti locali in tutta Italia.
La performance ha preso forma a Piazza Maggiore, venerdì 9 ottobre nell’ambito del Terrà di tutti Film festival, storica rassegna sul cinema e documentario sociale e sui diritti degli “invisibili”.
Più di trenta performer hanno riempito la piazza con bandiere ed un lungo drappo azzurro, simulando con movimenti simbolici e rituali, eventi metereologici estremi, siccità, desertificazione, annegamenti, l’innalzamento del livello del mare. Altri performer con bandiere raffiguranti i fiumi e gli spazi verdi del territorio Bolognese ricordano le “Climate Actions”, le buone pratiche ambientali e rendono omaggio a questi elementi del paesaggio.
Tutta l’operazione sembra indicare un futuro auspicabile di accettazione delle migrazioni, di adattamento ai cambiamenti climatici, di mitigazione degli impatti e di riqualifica dei fiumi, dei parchi e delle zone umide, per una società sostenibile ed in equilibrio con l’ecosistema di cui fa parte.
Con Andreco, Laura Lorenzoni, Luana Redalie’, Elvio Assunção, Jacopo Franceschet e altri venticinque hanno collaborato come performer, Demetrio Castellucci e Mai Mai Mai, per le musiche.
Attraverso una ricerca che unisce scienza, ricerca artistica e attivismo, Andreco indaga i rapporti tra gli esseri umani e l’ambiente circostante, tra lo spazio urbano e il paesaggio naturale, realizzando progetti che spaziano dalle installazioni alle azioni di mobilitazione, per sensibilizzare il pubblico sulla giustizia climatica.
“Sento l’urgenza di parlare di crisi ambientale e climatica ed in particolare delle tematiche legate all’acqua: siccità, desertificazione, allagamenti, eventi estremi, innalzamento del livello del mare e relativo “Displacement”, riposizionamento d’intere popolazioni.
La performance è quindi anche una riflessione su “climate migration”, sulle persone che sono costrette a migrare a causa dei cambiamenti climatici che rendono invivibili intere aree geografiche.
La relazione tra gli esseri umani e l’acqua è al centro della coreografia. La performance oltre a considerare le conseguenze della crisi climatica ed ambientale esprime la necessità di una reazione. L’opera collettiva vuole indicare un futuro desiderabile, conquistato attraverso il cambiamento radicale del sistema produttivo, l’attuazione di buone pratiche ambientali e ad un rapporto simbiotico e mutualistico tra tutte le specie viventi sulla terra.” Ha dichiarato Andreco
“Come ha sottolineato Andreco nella sua performance, dobbiamo porre l’attenzione sull’importanza dell’acqua, dell’accesso alle risorse, che diventa sempre più difficile a causa di eventi estremi ma non solo, anche fattori che insorgono lentamente come desertificazione ed erosione dei suoli, che colpiscono le comunità più vulnerabili. Le MAPA – most affected people and areas – come sono state definite dai movimenti giovanili ambientali, con cui noi lavoriamo tutti i giorni, sono le comunità meno responsabili dei cambiamenti climatici ma quelle che più ne risentono le conseguenze e con minori risorse per far fronte alle necessità di adattamento e mitigazione del rischio – conclude Piziali di Weworld.
I cambiamenti climatici peggiorano la nostra vita, in alcuni paesi la rendono impossibile e costringono le persone a migrare.
È il tempo del coraggio! Chiediamo alle istituzioni di essere radicali contro l’emergenza climatica: verso una conversione ecologica e umana, per i nostri diritti.
Per Informazioni:
www. terradituttifilmfestival.org
Crediti fotografici: Andreco – Displacement – prodotta da Weworld – Foto: Lapini M. e Panzetti M., Studio Andreco. Bologna, 2020.